La corsa si è fermata, tutti siamo chiamati a fermarci, e fermarci all’inizio significava avere paura di perdere quello che avevamo.
Ci siamo però fermati tutti ed abbiamo scoperto che pian piano stiamo scendendo in profondità nei rapporti. Non c’è frenesia, ma scopriamo che insieme sappiamo realizzare tante cose, sappiamo divertirci con poco e lo slogan che diceva di stare lontani si rivela invece in una vicinanza sempre più forte, che ci unisce e ci aiuta a superare i momenti di scoraggiamento.
In casa famiglia ci si sente uniti i comportamenti ridondanti sono messi da parte e ognuno da il suo contributo sfoggiando e mettendo al servizio degli altri il meglio. Il lavoro dell’educatore in una casa famiglia è quanto di più si avvicina al direttore d’orchestra, siamo chiamati a mettere insieme suoni che a volte possono anche stridere, siamo chiamati a creare armonie, a mitigare, ad alzare e abbassare toni, ad unire, cercando il più possibile di non intervenire e lasciare lo strumento in mano al musicista. In questo momento stiamo tutti suonando una musica dolce, melodiosa,intima e di questo credo ce ne sia bisogno. La casa famiglia la sento unita e partecipe ed io ne faccio parte con orgoglio ben consapevole che verrà il momento in cui riinizieremo a correre, ma intanto godiamoci, per rimanere in musica e analogamente al virus che sembra ci attanagli, ripeto godiamoci questo RESPIRO.
Ciao, Giorgio