Silvia Sansoni – Andrà tutto bene, raccontiamo il nostro lavoro al tempo del corona virus

La mia cifra stilistica nel lavoro si è sempre basata su comunicazione, relazione e emozione (tra i vari modelli pedagogici il mio preferito è quello CO.R.EM., che ne è il perfetto acronimo) e sull’empatia (il mio riferimento è Goleman). Queste sono le “carte” ovvero i miei strumenti con cui ho sempre “giocato” nel mio lavoro. Poi all’improvviso è arrivato questo maledetto virus che come un soffio di vento le ha sconvolte, sparpagliate, sgualcite, ha provato persino a nasconderle. Inoltre ne ha aggiunte anche altre: la paura, la mia, dei miei utenti e delle loro famiglie di essere contagiati e di contagiare; l’ansia e la tristezza per ciò che sta accadendo purtroppo; l’incertezza del futuro; la fatica di trovare altri mezzi e altre modalità per continuare a svolgere il mio lavoro. Il virus ha provato anche ad aggiungere la lontananza, ma questa non gliel’ho concessa. L’ho strappata e l’ho sostituita con la distanza fisica (non certo emotiva), necessaria per tutelare noi stessi e il prossimo. Ora mi ritrovo con queste carte e con queste sto cercando di ridisegnare e ripensare il mio lavoro. Non è facile ve lo assicuro. Ma non mollo, non me lo posso permettere e neanche lo voglio fare. Allora continuo a lavorare da casa, con chiamate, WhatsApp e pc. Condivido così con i miei ragazzi le giornate in quarantena, tra racconti, condivisioni e pensieri. Sono momenti che servono a me e a loro per riprendere quel po’ di normalità e di socialità, per mantenerci in contatto, per non sentirci soli e per ritagliarci anche momenti di spensieratezza. Sentirmi dire “Mi manchi. Non vedo l’ora di rivederti. Quando tutto questo finirà allora faremo insieme….” dà ancora più senso al mio lavoro e mi incoraggia a fare meglio e di più. Ora abbiamo tutti bisogno della forza per affrontare il presente e la speranza per un futuro migliore. Ora questi sono i miei nuovi obiettivi. Concludo con due citazioni: “Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza.

“Speranza a buon mercato!” Per un soldo ne darei ad un solo cliente quanto basta per sei. E alla povera gente che non ha da campare darei tutta la mia speranza senza fargliela pagare. (Gianni Rodari)”

“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle. (Sant’Agostino)”

Silvia Sansoni, educatrice della cooperativa sociale CIPSS di Narni Scalo (TR)

IL PEZZO DELLA SETTIMANA. Caro Socio/a (e anche caro/a Dipendente), invia (se vuoi) la tua proposta.
Se è buona (!) la trovi qui il prossimo lunedì.
(!) Le tesi sulla soggettività del gusto musicale sono tutte valide e trovano  ampio diritto di cittadinanza nelle “soundtrack” dei supermercati.

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CIPSS-COOPERATIVA-SOCIALE_23

Credits (Ph)

Ringraziamo Yan Krukau, Diigital Buggu, Marta Wave, Akil Mazumder, Zamazan Ataş, Japheth Mast, Keenan Constance, Charles Parker, Sharefaith, Cliff Booth, Brett Sayles, Pixabay, Kat Smith, Cameron Casey per la gentile concessione del materiale fotografico utilizzato per illustrare progetti e aree di intervento.

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